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STORIA
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Nel 1892 i coniugi Pietro Vagliasindi e Rosaria Difrancesco, entrambi proprietari di un vasto territorio agricolo, affidarono al loro figlio Vincenzo, ormai maggiorenne e da poco tempo rientrato in famiglia dopo il servizio militare di leva, la trasformazione del fondo denominato Marchesa sito nella frazione di Passopisciaro del Comune di Castiglione di Sicilia.
Detto fondo - della estensione di circa 16 ettari - fino a quell’epoca era per la maggior parte incolto o lasciato per pascolo del bestiame.
In lunghi anni di duro lavoro, tutto il fondo fu trasformato e bonificato, con la piantagione di centomila viti di nerello mascalese e cinquecento piante di olive. Oltre la bonifica del terreno effettuò la costruzione di una profonda cantina per la conservazione dei vini, di un palmento per la pigiatura delle uve, il tutto arredato da botti in legno di rovere o castagno e di una grossa “chianca” (oggi chiamato torchio) per la spremitura delle vinacce. Costruì ancora a piano terra due cisterne per la raccolta dell’acqua piovana, stalle, magazzini, case coloniche e al primo piano una magnifica casa di villeggiatura che si affaccia su un ampio cortile da dove è possibile ammirare a nord la valle dell’Alcantara e la catena dei monti Nebrodi e a sud la maestosità dell’Etna con le sue cime imbiacate di neve.
Nello stesso periodo, vennero piantati attorno al cortile ed ai lati del cosiddetto “stratonetto” (il viale di ingresso che parte dalla strada Nazionale) un filare di alberi di robinia alcuni dei quali ancor oggi esistenti.

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